Spesso non ce ne rendiamo conto, ma viviamo letteralmente immersi in un oceano di dati che ci riguardano. Praticamente tutte le nostre attività lasciano una traccia digitale che viene registrata da qualche parte: i pagamenti con bancomat e carte di credito, la spesa al supermercato, i passaggi dai caselli autostradali, i viaggi in metropolitana, le telefonate, gli acquisti online…

E poi ci sono le app installate sul nostro smartphone, che “sanno” quando e come ci alleniamo, cosa mangiamo, dove andiamo, con chi siamo, quanto e quando dormiamo. Altri dati sono prodotti dai dispositivi connessi a Internet con i quali interagiamo quotidianamente: dal nostro inseparabile bracciale per il fitness all’impianto di riscaldamento domestico, dall’automobile ai lampioni intelligenti installati nella nostra città, dal contatore elettrico alla consolle dei videogiochi.

IDENTIKIT DIGITALE. Se queste informazioni fossero puntualmente riconducibili a noi, potrebbero fornire a chi vi accede una descrizione completa e ricca di dettagli della nostra vita. Dove abitiamo, cosa ci piace fare, dove andiamo e quando, come spendiamo i nostri soldi, qual è il nostro stato di salute, se siamo attenti alla linea o se non disdegnamo la buona tavola.

Può sembrare inquietante ma per fortuna questo scenario da “grande fratello” è lontano dalla realtà, anche se resta il fatto che ogni giorno lasciamo nella Rete e nei “big data” delle aziende centinaia di tracce elettroniche delle nostre attività online e offline.

IOT, Internet of Things:
l’internet delle cose in 8 domande e risposte

IOT GUARDONE? Lo scorso settembre il Global Privacy Enforcement Network (GPEN), l’organismo internazionale che riunisce le Autorità per la protezione dei dati personali di diversi Paesi, tra cui l’Italia, ha dichiarato senza mezzi termini che l’Internet of Things e i gadget connessi mettono a rischio la riservatezza di chi li utilizza.

Il GPEN ha analizzato più di 300 dispositivi intelligenti tra telefoni, orologi, contatori, braccialetti e termostati connessi e ha scoperto che il 60% di questi non raggiunge gli standard di affidabilità minimi richiesti dai Garanti dei Paesi membri. La cosa interessante è che la maggior parte delle carenze rilevate dal GPEN non è di tipo tecnologico, ma è soprattutto relativa alle informazioni a tutela della privacy degli utenti:

 

  • il 59% dei dispositivi esaminati non offre informazioni adeguate circa la raccolta, l’utilizzo e la comunicazione a terzi dei dati;
  • il 68% non dichiara le modalità di conservazione dei dati;
  • il 72% non dà informazioni su come cancellare i dati dal device;
  • il 38% non garantisce un contatto semplice e veloce a chi chiede chiarimenti in merito al rispetto della privacy.

La situazione insomma è piuttosto complessa anche perché, come spesso accade, le tecnologie si evolvono più rapidamente dei legislatori. Ma perché i dispositivi connessi a Internet possono mettere a rischio la nostra privacy?

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QUESTIONE DI PILE. Intanto c’è un tema di vulnerabilità tecnologica: ancora troppi dei 5 miliardi di dispositivi connessi a Internet in tutto il mondo trasmettono i dati raccolti ai server di destinazione in chiaro, senza alcun tipo di crittografia. Questo è dovuto principalmente alla limitata capacità della batteria, poiché i collegamenti crittografati richiedono un maggior consumo di energia.

Un altro aspetto riguarda la consapevolezza degli utenti, che spesso non sanno come gli oggetti connessi trasmettono i dati e come questi vengono condivisi con terzi. Per esempio, che cosa accade alle immagini riprese dalla telecamera che sorveglia la porta d’ingresso del mio vicino di casa? Chi le vede? Chi può sapere quando io vado a fargli visita, quando entro e quando esco da casa sua?

Un’altra preoccupazione riguarda il crescente numero di dispositivi connessi, che inevitabilmente porterà con sé un aumento esponenziale dei dati raccolti e potrebbe influenzare in maniera innaturale il comportamento delle persone. Proprio come accade quando sappiamo di essere osservati da una telecamera a circuito chiuso.

FONTE: www.focus.it